CONCLUSIONE DI “IL CINEMA IN U.S.A.”
È possibile, dopo cinquanta anni dalla sua nascita, al termine di questo secondo conflitto mondiale, tirare un po’ le somme sul cinema americano e darne un giudizio?
Forse è possibile, ma certamente non è facile, tanto esso è pieno di chiaroscuri e di contraddizioni che possono sembrare incomprensibili.
Noi diciamo « cinema americano » ma tutti sappiamo bene che Hollywood è nelle mani di gruppi ristretti di industriali collegati a Wall Street e che questi sono lungi dall’essere realmente espressione del popolo americano. Malgrado questo non solo gli spettatori yankees ma quelli di tutto il mondo continuano ad accorrere ai suoi film e, di più, sembrano ritrovarvi le loro aspirazioni più segrete.
Noi sappiamo che questi gruppi orientano la produzione verso tutte quelle strade che possono allontanarla dalla realtà della vita, verso forme di sogno, di evasione. Eppure, malgrado questi orientamenti, queste vere e proprie direttive, la realtà, scacciata dalla porta rientra dalla finestra. Anche nei film più idioti, assurdi, di ultima categoria, noi sentiamo un « qualche cosa » che è legato alla realtà, come al contrario, anche nei film migliori, nei quali un vero artista è riuscito a dare peso umano e realistico alla sua opera, trapela quel senso di « riveduto e corretto » così tipico di Hollywood.
Noi sappiamo quanto nei film americani si parli di grandi ideali, quanto ogni personaggio sia legato agli schemi di un più o meno acceso romanticismo, quanto la censura vigili perchè il messaggio dall’America che queste pellicole portano in tutto il mondo sia in regola con tutte le morali e tutte le religioni, sia il messaggio di un paese ideale, modello e mèta per tutti i popoli. Malgrado questo, anche nei film più innocui e bonari, allo spettatore non passivo appare chiaro il quadro di una civiltà veramente materialistica, provvista forse di ogni ben di Dio meno che di ideali.
Comunque quel giudizio complessivo di cui si parlava prima non potrebbe essere che molto severo. Il cinema americano è negativo in quanto fa leva sulla parte meno nobile e più superficiale dell’uomo in quanto « divertimento » nel senso letterale della parola, da divertere, allontanare, ed ogni cosa che cerchi di allontanare l’uomo dalla comprensione di se stesso non più essere che negativa. Ma questa severità di giudizio non deve assolutamente tramutarsi in pessimismo perchè il cinematografo non è che una tecnica, uno strumento in mano dell’uomo ed ogni volta che è adoperato può esserlo in maniera del tutto nuova. Esattamente come nel caso dell’energia atomica.
Hollywood è oggi un organismo possente con effettiva possibilità di inserirsi e, di più, di aiutare il cammino dell’umanità.
L’amore che portiamo al popolo ed alla terra d’America e l’amore che portiamo al cinematografo ci spingono a provare una grande soddisfazione ogni qualvolta si può scorgere in un suo film, una parola nuova, un senso genuino di progresso, poiché sappiamo che i problemi e le difficoltà del cinema americano sono le stesse del popolo americano e che l’avvenire dell’uno è l’avvenire dell’altro.
(Il cinema in U.S.A. Roma: Anonima veritas editrice, 1947, pp. 234-235) |
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